venerdì 18 marzo 2011

Lo spettacolo LA PACE- un nuovo finale inventato dai bambini

RIPROVEREMO!
Ispirati dalle ultime parole pronunciate da Ettore e Achille i due personaggi dello spettacolo “La pace”, proposto nella rassegna TeatroScuola del Teatro Filippini, gli alunni della classe 5°A della Scuola Primaria “R. Rosani” di Verona hanno realizzato delle bellissime storie.
Non riusciamo a pubblicarle tutte, ma cerchiamo di proporre di seguito dei frammenti.
Ringraziamo gli alunni e gli insegnanti per il prezioso “dono” nel quale abbiamo riconosciuto la combinazione di ingredienti come la sensibilità, la fantasia e la speranza!
Grazie e arrivederci a teatro!

FRAMMENTI DA “STORIE DI PACE”

Misero gli ingredienti nel frullatore e schiacciarono il bottone. Achille disse: “Bevo prima io!”. “ok” rispose Ettore. Tutti e due erano ansiosi. Achille esclamò:”e’ davvero squisita!”. “Davvero?” domandò Ettore. “Assaggia, assaggia” disse Achille. “e’ davvero squisita! Ci siamo riusciti!” disse Ettore. Speriamo che non succeda come l’altra volta” soggiunse Achille. RICCARDO P.

Il cocktail era più buono della volta precedente, ma era impossibile portare la pace in tutto il mondo. Perciò si impegnarono a portarla in alcune parti pur sapendo che era impossibile riuscire dappertutto. ANDREA P.

Quando furono riusciti a far bene il cocktail della pace Ettore e Achille decisero che con gli scatoloni che avevano avrebbero organizzato un banchetto per venderlo alla gente. La vendita non la facevano per i soldi, anzi lo vendevano gratis, per far felice la gente e per mandare la pace in tutto il mondo. Quando un cliente era felice loro avevano sempre più voglia di farlo. Per fare il cocktail loro avevano trovato questi ingredienti: amore, amicizia, sentimento, compassione. DAVIDE

Da quel giorno Ettore ed Achille si promisero di fare dieci atti di gentilezza e ogni atto sarebbe stato un ingrediente. Sarebbero così riusciti a preparare il cocktail. […]Il nono atto fu di trattare bene gli amici, genitori, parenti e qualunque altra persona. L’ultimo atto fu quello di sopportare le persone che ti stanno più antipatiche e magari, poi, formare e costruire un legame con loro. Finita l’opera, Ettore e Achille mescolarono gli ingredienti, prepararono i cocktail e…sorpresa!!!Il cocktail piaceva e decisero di diffonderlo in tutto il mondo. GRETA

Loro volevano fare il cocktail ma non capivano perché l’altra volta non era funzionato. […] Il 6 dicembre 2010 si terrà un’assemblea. Noi dovremo portare gli ingredienti dell’ultima volta quando il cocktail non è venuto bene. Così ci metteremo d’accordo di fare la pace insieme alle persone di tutto il mondo e mantenerla per sempre. Arrivato il 6 dicembre Ettore e Achille si incontrarono con tutte le persone del mondo. Intanto i due avevano portato tutti gli ingredienti e il frullatore dell’altra volta. Loro due dissero in molte lingue: “Volete fare la pace e mantenerla per poi non fare battaglie?” Tutti risposero: “si!” Gli ingredienti erano stati messi bene nel frullatore. Ettore con una magia moltiplicò il cocktail. Finito di berlo, tutti si strinsero la mano. Alla fine Ettore e Achille dissero: “Per fare la pace bisogna mettersi d’accordo!" CRISTIAN

Non si arresero! Andarono in tutto il mondo e capirono che non era il cocktail ad essere cattivo ma che era il mondo a non essere buono. […] Andarono su una torre di controllo dove c’era l’addetto che parlava alla radio e informava delle guerre che c’erano. Di notte, mentre tutti dormivano, Ettore e Achille tornarono alla torre di controllo, accesero la radio e comunicarono di no fare più guerre. Le persone ebbero fiducia in loro. Mentre parlavano iniziò a nevicare :scendevano fiocchi di pace e, dopo un po’, pioggia di ingredienti della pace che poi si mescolarono e formarono granuli al gusto di pace e amore di tutto il mondo. Quando le persone cedettero alla pace, organizzarono tutti una grande festa ed Ettore e Achille riuscirono a fare il cocktail della pace. Entrambi gridarono dalla gioia: “ci siamo riusciti!” Tutti bevvero il cocktail e diventarono ancora più buoni e così il mondo non fece più guerre. Ettore e Achille diventarono gli uomini della pace. MARTINA

mercoledì 9 marzo 2011

Daria Bignardi al Teatro Filippini- lunedì 14 marzo 2011

Dopo il successo ottenuto con "Non vi lascerò orfani", Daria Bignardi è di nuovo in libreria con "Un karma pesante" (Mondadori), un racconto che dà vita al personaggio di Eugenia, un’adolescente ossessionata dalla faticosa ricerca della propria identità e segnata da un dolore prematuro, che diventerà una donna apparentemente sicura di se stessa e capace di ottenere ciò che vuole.
Lunedì 14 marzo, alle ore 18.30, la conduttrice de Le invasioni barbariche presenterà il libro al Teatro Filippini di Verona. L’appuntamento, ad ingresso libero, è organizzato da Fondazione Aida e Cisl Verona e sarà moderato da Donatello Bellomo.

Quando ha sentito che a novembre compio quarantadue anni mi ha guardata negli occhi e ha detto: Quarantadue è multiplo di sette. Sarà un anno di grandi cambiamenti: stai pronta, Eugenia”. Eugenia Viola non crede nei multipli di sette, ma è sempre stata fin troppo pronta a mettersi in gioco. Era un’adolescente segnata da un dolore prematuro e ossessionata dalla ricerca della propria identità: oggi è una donna spericolata eppure saggia. Ciò che sa fare meglio, quel che le toglie il sonno, è il suo lavoro di regista. Ma, quando improvvisamente la vita la obbliga a fermarsi, il film che ci racconta è quello dei tanti pezzi di sé lasciati per strada. La tredicenne affascinata dall’oscuro protagonista di un romanzo russo, la ragazza che parte per Londra in fuga dalla malattia del padre, la ventenne inquieta che approda nella Milano dei profondi anni Ottanta e poi nella New York degli anni Novanta. Fino al presente rigoroso, assediato dalle nevrosi degli Anni Zero, ma riempito dall’amore imperfetto per Pietro e per le figlie Rosa e Lucia, le uniche capaci di ancorarla a terra. Un karma pesante, sostenuto da una scrittura ironica, tagliente e capace di scaldarsi per dare vita a personaggi indimenticabili, getta uno sguardo insolito e brillante sui nostri ultimi trent’anni. È insieme la storia di una donna spietata con se stessa ma teneramente fragile, allegra, materna e tanto dolorosamente vicina all’autenticità della vita che abbiamo l’impressione di conoscerla almeno quanto conosciamo noi stessi. “A volte pensi che per cominciare a vivere davvero devi prima capire chi sei, fare le scelte giuste, mettere tutto in ordine: ma alla fine la tua vita sarà il modo in cui hai vissuto. Il modo in cui stai vivendo adesso.”

Ingresso libero fino ad esaurimento posti; è possibile prenotare tel. 045/8001471 o scrivendo una mail a fondazione@f-aida.it .
Teatro Filippini (Vicolo Dietro Campanile Filippini 1 Verona).
Tel 045/592709 - fondazione@f-aida.it - www.fondazioneaida.it.

mercoledì 2 marzo 2011

“Mi chiamo Anne Frank” visto dai bambini

La classe V°B dell’Educandato Agli Angeli di Verona è una delle classi che ha partecipato allo spettacolo “Mi chiamo Anne Frank” presso il Teatro Filippini. Proprio in questi giorni abbiamo potuto leggere insieme all’attore protagonista i commenti, i pensieri, le riflessioni che ciascun spettatore ha rielaborato al rientro a scuola. Ci risulta impossibile inserirli tutti, ma vogliamo comunque condividerne qualcuno.
Un ringraziamento alla classe VB e all’insegnante che li ha accompagnati.